martedì, gennaio 19, 2010

Cose dell'altro mondo



RENATO, RENATO, RENATO



così carino così educato

TUONA:
FUORI DA CASA DOPO I 18 ANNI !
Brunetta vuole fare un legge perché tanto possa avvenire !!

Un bel ministro che con questa sua idea sconfina nel mondo

della fantasia più deleteria perché frutto di idee alquanto balzane, 
per non dir di peggio !”

Che sia il principio di una malattia propria di una certa età, l’arteriosclerosi .

Ma lui non ha ancora compiuto 60 anni, come può essere ?

Beh, ogni regola ha le sue eccezioni !

L’uso del cervello solamente per la creazione di fantasticherie 
contribuisce a corroderlo così da indurlo a scatenare, 
anche d’improvviso, idee balzane e provocatorie.

Mi auguro che qualcuno capirà in che mani siamo caduti e comportarsi in futuro di conseguenza.



Anche il ministro dell'efficienza nella pubblica amministrazione,
Renato Brunetta è stato un bamboccione:

lo rivela lui stesso nella consueta intervista a Rtl 
ricordando di essere

«arrivato a 30 anni che non ero capace di rifarmi il letto».

Beh, e con ciò ? Fannullone era ed ora se la prende con i suoi fannulloni.

Ma se il letto se lo governano loro stessi ?

Fa lo stesso !

Ed ora, arriva a proporre la sua idea di una legge che

«obblighi i figli ad uscire di casa a 18 anni».

«Fino a quando non sono andato a vivere da solo era mia madre
che la mattina mi rifaceva il letto.

Di questo mi sono vergognato»,

ha detto, commentando la condanna di un padre
costretto da un giudice a pagare gli alimenti ad una figlia 
trentaduenne ancora fuori corso all'università.


Più in generale, i bamboccioni

«sono le vittime di un sistema e organizzazione sociale 
di cui devono fare il “mea culpa” i genitori. 
Ho condiviso Padoa-Schioppa quando ha stigmatizzato 
questa figura che mancava però di analisi:
i bamboccioni ci sono 
perchè si danno garanzie solo ai padri,
perchè le università funzionano in un certo modo,
 perchè i genitori si tengono i privilegi
 e scaricano i rischi sui figli.
La colpa insomma è dei padri che - ha continuato il ministro - 
hanno costruito questa società». 
Ma Brunetta lancia la sua proposta:

«Obbligherei per legge i figli ad uscire di casa a 18 anni».


Calderoli: no alla proposta di Brunetta.

«Sono stato il primo, ieri, a schierarmi contro 
i cosiddetti bamboccioni
ma l'amico Brunetta, con la proposta di una legge 
per far uscire i giovani dalla famiglia al raggiungimento 
dei 18 anni,  mi sembra l'abbia fatta fuori dal vaso». 
Lo afferma Roberto Calderoli, ministro per
 la Semplificazione normativa
e coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord.

«Questa proposta rappresenterebbe, infatti, 
un'ingerenza inaccettabile nella vita delle famiglie, 
dei singoli e delle loro decisioni - aggiunge Calderoli –
La regola che deve valere per tutti è quella dei principi 
dettati dal buon senso:

occorre che si tenga conto delle esigenze e condizioni 
di ogni singolo caso,
cosa che non si è fatta, evidentemente, nella sentenza 
del Tribunale di Bergamo
relativa al mantenimento della studentessa 32enne fuori corso».

«Quello che conta per i nostri giovani, è favorirne la crescita,
 la maturazione,
la formazione 
e l'ingresso nel mondo del lavoro
 in questo senso lo Stato può essere determinante, 
ma deve impedire che del farsi mantenere se
faccia una professione.

Tutto questo non deve necessariamente coincidere 
con il raggiungimento della maggiore età».


La nuova proposta:

dal prossimo mese tutti gli italiani avranno un account
 di posta elettronica certificata: 
lo ha annunciato Brunetta, dai microfoni di Rtl.
La prossima settimana, ha infatti spiegato il Ministro,

«verrà scelto il provider» di posta elettronica 
e poi sarà possibile dotare
gli italiani di e-mail in grado di dialogare 
con la pubblica amministrazione.
Il Ministro, a questo proposito, non ha mancato 
di 'bacchettare quegli ordini professionali 
che hanno tardato ad organizzare le Pec
 e,  tra questi,  l'Ordine dei giornalisti.
«Tutti gli ordini, anche quello dei giornalisti, si dovevano 
organizzare entro novembre: 
quando lo dico in occasione delle interviste 
i vostri colleghi spalancano gli occhi.
Evidentemente l'ordine è un po’” addormentato» 
racconta Brunetta secondo il quale «se anche gli ordini 
non rispettano la legge non va bene.
Ma - conclude - anche questa è l'Italia..».







Un consiglio amichevole al ministro de quo;

sottoporsi ogni tre mesi, a salvaguardia 
della sua sanità mentale,

ad un controllo psichiatrico !

Indichi il ministro quanti troveranno casa e da lavorare 
appena
finito il cursus scolastico superiore.

Si impegna lui a garantire uno stipendio statale
 in attesa che l’ex bamboccione riesca ad avere 
il soldo da un’impresa pubblica o privata ?
Ma, a proposito, ho letto da qualche parte che il sig. 
Prof. Renato Brunetta
è diventato un prof. universitario grazie 
ad una “sanatoria” 
che ebbe a stabilizzare i posti dei ricercatori precari.
Si proprio il Brunetta che oggi si muove per gli altri
 in senso inverso, dando loro via libera verso un destino incerto 
da “cani sciolti”. 
Lo si è appreso da un intervento dell'On. Bachelet alla Camera, 
del 15/10/2008:

"fermare simili stabilizzazioni implica una catastrofe, 
e il Ministro Brunetta
dovrebbe saperlo perché egli è diventato 
professore associato 
con i concorsi del 1981 detti anche
 «grande sanatoria» 
con i quali tutti quelli che, a vario titolo, erano precari 
nelle università,
sono stati, con un concorso riservato,
 accettati come professori."

Queste le esatte parole dell’on- Bachelet !

Evviva la coerenza!




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