lunedì, gennaio 18, 2010

1 marzo 2010






Primo marzo 2010 

Un giorno senza stranieri 

«L'Italia capirà che siamo determinanti»










Un centinaio di persone ha partecipato stamani allo 
Spazio Tadini di via Jommelli alla presentazione del 
"Primo Marzo 2010 - 
Sciopero degli stranieri". 
La manifestazione, ispirata e gemellata con la francese 
"Journée sans immigrés: 
24h sans nou", si propone di far capire cosa succederebbe
 se 
«i quattro milioni e mezzo di immigrati che vivono in Italia 
decidessero di incrociare le braccia per un giorno».
L'obiettivo dei promotori è quello di organizzare 
«una grande manifestazione non violenta per far capire 
all'opinione pubblica italiana quanto sia determinante
 l'apporto dei migranti alla tenuta e al funzionamento 
della nostra 
società. 
Questo movimento nasce meticcio ed è orgoglioso di riunire 
al proprio interno italiani, stranieri, seconde generazioni, 
e chiunque condivida il rifiuto del razzismo 
e delle discriminazioni verso i più deboli». 
Alla presentazione hanno partecipato rappresentanti 
di associazioni e sindacati come Cigl, Arci, Legambiente, 
Emergency, Terre di mezzo.
Gli organizzatori hanno adottato il giallo come colore 
di riferimento di Primo marzo 2010 è il giallo. 
«Su Facebook il gruppo ha raccolto in un mese 40mila 
adesioni, e in diverse città di tutta Italia si stanno
 moltiplicando comitati locali, per ora siamo a quota 17»
 spiega la presidente del comitato organizzatore 
Stefania Ragusa. 
«Il nostro obiettivo - continua la Ragusa - è far vedere 
che non ci sono noi e loro, che le nostre vite sono già 
mescolate». 
Sciopero bianco, astensione dai consumi, adesione simbolica 
indossando il fiocco giallo, scelto come colore dell'iniziativa: 
sono alcune delle forme di protesta prese in considerazione, 
nella consapevolezza della difficoltà di proclamare un vero 
e proprio sciopero, come era nei propositi iniziali 
del movimento.
«Noi riteniamo che oggi in Italia si debba sostenere 
questa giornata 
di sensibilizzazione ma non proclameremo lo sciopero»
 ha affermato Giovanni Minali, membro della segreteria 
della Cgil Lombardia,  che insieme alla Cisl darà 
il sostegno alle iniziative che il movimento metterà
in atto sul territorio.
 «A Milano ad esempio l'intenzione è far vedere 
dove e come lavorano gli immigrati, spesso 
senza alcuna tutela, dall'ortomercato ai cantieri 
dell'hinterland» anticipa Minali. 
Ma il fermento nelle comunità straniere è notevole: 
«Per quanto mi riguarda quel giorno abbasserò 
la saracinesca del mio negozio e non manderò 
i miei figli a scuola, e inviterò amici e parenti 
a fare altrettanto» 
assicura Najat Tantaoui, 30enne nordafricana, 
titolare di un internet point a Cinsello Balsamo, 
che dice convinta che 
«per mettere fine alle discriminazioni, 
gli immigrati devono impegnarsi in prima persona». 

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